Il circuito equivalente del triodo
Supponiamo che il triodo sia stato correttamente polarizzato per funzionare in classe A; se applico nella griglia un segnale variabile Δvgk questo fa variare la corrente anodica in fase (se Δvgk è in aumento Δia è in aumento se Δvgk è in diminuzione Δia è in diminuzione ).
La corrente circolando nella resistenza di carico determina una caduta di tensione Δvak che risulta sfasata rispetto alla Δvgk ( se Δvgk è in aumento Δvak è in diminuzione se Δvgk è in diminuzione Δvak è in aumento).

Sotto queste ipotesi il circuito equivalente del triodo può essere rappresentato come circuito equivalente serie (fig.1b) oppure come circuito equivalente parallelo (fig.1c).
Il circuito equivalente serie si giustifica in questo modo:
- i morsetti di griglia e catodo sono aperti perchè non viene assorbita corrente in ingresso ;
- esaminando il triodo dai morsetti di uscita si osserva che ad una variazione Δvgk della tensione d'ingresso corrisponde una variazione -Δvak della tensione di uscita, pertanto si può immaginare un triodo come un genertore di tensione variabile vak=-μvgk (vedi fig.2);
- la resistenza ra infine sta ad indicare che per un valore di vgk=0 (nessun segnale) dai morsetti di uscita si vede la resistena differenziale anodica.
Per quanto riguarda il circuito parallelo possiamo dire che applicando il teorema di Norton otteniamo il ciruito di fig.1c.
In esso si ha: ieq = μvgk / ra e quindi, ricordando che
μ /ra= gm, ieq=gmvgk
gm è la conduttanza muta indicata da qualche altra parte con S e chiamata anche pendenza.
ra è in pratica la resistenza interna del triodo ed è stata già indicata da qualche altra parte con Rt.