Era un rudere (fig.2), una supereterodina Braun F56GW, l'ho acquistata su Ebay per pochi euro con l'intento di cercare di farla "parlare".
Era un vero cesso, vecchia sporca ed arrugginita; in compenso il mio prova valvole mi assicurava che le valvole potevano svolgere ancora per qualche tempo la loro funzione tranne la CY2 che è stata sostituita con una CY1 .
Visto lo stato della radio non c'era da fare nessun troobleshooting, occorreva invece sostituire tutti i fili, i cui rivestimenti incruditi dal calore e dal tempo si sfaldavano con una semplice pressione delle ditta, la maggior parte dei condensatori e qualche resistenza e qualche altro elemento.
Nessuna ricerca dei guasti dunque ma integrale ricablagio.
Durante il ricablaggio ho deciso, non me ne vogliano i puristi del restauro, di apportare una modifica consistente nella riprogettazione del filtro di alimentazione.
Il filtro di alimentazione, come modificato, mi pare più comprensibile.
Viste le condizioni della radio non c'era che smontarla integralmente e fare un gran numero di sostituzioni risparmiando , in pratica, le sole valvole, eccezion fatta per la CY2 sostituita con una CY1, per fortuna ancora funzionanti, le medie frequenze ed il condensatore variabile.
Il resto dunque è stato o sostituito o riparato.
Le sostituzioni hanno riguardato la maggior parte dei condensatori e qualche resistenza , le riparazioni invece, il delicato congegno di cambio banda e le due impedenze fra il trasformatore d'uscita e la terza griglia della seconda EF9 e fra il catodo della seconda EF9 e la massa, che risultavano interrotte.
In fig.1 si notano, cerchiati in rosso, l'altoparlante e la bobina di campo; poiché del complesso era presente la sola bobina di campo, l'ho recuperata e provveduto a sostituire il cono .
La bobina di campo ha mantenuto la sua funzione di induttanza di filtro della alimentazione.
L'nduttanza della bobina è di 3450 mH e la resistenza di 1450 Ω, il filtro a pigreco realizzato come in fig. 5 utilizzando una CY1 come raddizzatrice porta ad un ripple (vedi calcolo del ripple) molto basso.
Pure marcate in rosso sono due induttanze entrambe interrotte che sono state riparate.
La radio è alimentata a 110 V C.A. senza trasformatore.
Per l'adattamemnto alla tensione di rete ho utilizzato un autotrasformatore; nulla toglie che si possa utilizzare un altro metodo (vedi adattamento alla tensione di rete).
Nella fig.5 sono indicate la tensioni e la corrente delle 5 valvole montate in serie.
in azzurro sono indicate le resistenze delle valvole a regime.
le resistenze a freddo sono molto inferiori (per esempio a freddo il filamento della EF9 ha una resistenza di circa 5 Ω , a regime la resistenza sale a 31,5Ω).
Ci si potrebbe allora chiedere perché in accensione i filamenti delle valvole non si bruciano, ciò non accade perchè i filamenti delle valvole si riscaldano molto lentamente e man mano la loro resistenza aumenta.
Questo aumento lento della temperatura non si verifica invece con le lampadine che raggiungono istantaneamente la massima temperatura col pericolo che si brucino; per questo motivo viene messa in parallelo alla/e lampadine una resistenza di opportuno valore.
fra le resistenze "azzurre" di fig.5 ci sono due resistenze da 100Ω (la prima e l'ultima) ed una resistenza da 15 Ω relativa alle due lampadine con in serie una resistenza da 26Ω.
per la determinazione delle resistenze ho ragionato in questo modo:
a questo punto le valvole e le lampadine mi danno una caduta di tensione di di 429,5Ω x 0,2A = 85,9V poichè la tensione di alimentazione della radio è di 110V occorrerebbe porre in serie una resistenza di 120,5 Ω che garantisca una caduta di 24,1V.
Ora, poiché la tensione di alimentazione è di 125V è necessario porre un'altra resistenza in serie di 75 Ω che garantisca una ulteriore caduta di 15V ( in totale 195,5Ω).
In conclusione ho messo in serie due resistenze di caduta da 100Ω 5W ottenendo una caduta di circa 40 V.
Alla fine ottengo a regime una resistenza di 629,5Ω con una corrente di 125V/629,5AΩ ≏ 0,2A.
Nella fig.4 ho riportato quando indicato nello schema originale.
Sinceramente non mi piace. insomma è uno schema che non mi soddisfa ...inoltre dopo averlo realizzato ho notato che la resistenza da 300 Ω si è subito surriscaldata in modo anomalo.
Un giorno o l'altro cercherò di capire il senso di questo tipo di filtro.
Ho deciso pertanto di utilizzare il filtro di fig.5 che mi pare più razionale....e funziona benissimo.
Il motivo dell'uso del condensatore da 100 nF in parallelo ai due elettrolitici, che fa il paio con l'altro condensatore di pari valore posto all'ingresso, è legato alla necessità di eliminare i disturbi elettrici presenti sulla rete.
In particolare il secondo dei due sembrerebbe avere una funzione inutile essendo posto in parallelo ad un'altro condensatore di capacità molto più elevata; in realtà questo condensatore è ad azione molto più rapida rispetto all'elettrolitico che, avendo una certa inerzia elettrica, è molto meno adatto al trattamento dei segnali ad alta frequenza.
Fanno parte di questa sezione le due valvole EF9/2 , pentodo vari-mu (fig.6), e la CBL6 doppio diodo rivelatore e pentodo finale (fig.7).
Il segnale a frequenza intermedia dal secondario della seconda media frequenza viene iniettato nelle due placche unite del doppio diodo della finale; viene dunque raddrizzato e rivelato.; lo ritrovo poi ,all'uscita del secondario della seconda media frequenza da dove viene prelevato dal potenziometro di volume di 0,5 MΩ e iniettato tramite un condensatore di 10nF nella griglia della preamplificatrice EF9/2.
Dopo essere stato preamplificato, il segnale, tramite "il condensatore" di 20 nF arriva alla griglia di controllo della finale.
La polarizzazione della griglia della finale è ottenuta grazie alla resistenze di cui alla fig.7b.
Si sarebbe potuta ottenere , in alternativa, utilizzando una resistenza di catodo ed un condensatore in parallelo con la funzione di stabilizzare la tensione di polarizzazione di griglia e di scaricare a massa la corrente a bassa frequenza che si trova sul catodo.
Il condensatore ha infatti una reattanza molto bassa per l' alternata e non fa passare la corrente continua; in tal modo la tensione di polarizzazione di griglia rimane stabile al valore prefissato.
L'assenza del condensatore di catodo determinerebbe una riduzione dell'ampiezza del segnale che entra in griglia (controreazione) ed una riduzione dell'amplificazione.
Lo schema prevede invece, per la polarizzazione della griglia della finale, come dicevo, il metodo indicato nella fig. 1f del capitolo "polarizzazione tubi a vuoto"
Il tipo di polarizzazione è indicato nella fig.7b. (vedi la sezione colorata in azzurro della fig.7c)
La corrente totale anodica è circa uguale a 0,06A.
Per quanto riguarda la polarizzazione della griglia della seconda EF9 essa è ottenuta tramite l'induttanza posta fra catodo e massa ; c'è però da osservare che lo schema originario (fig1) non prevede un collegamento a massa della griglia di controllo che ho provveduto a realizzare con l'inserimento di una resistenza di alto valore (0,5MΩ).
Il segnale (rivelato) a bassa frequenza si trova sulla griglia di controllo della CBL6 che è polarizzata in modo che la valvola funzioni in classe A; la variazione del segnale (tensione) in ampiezza determina una variazione della corrente anodica che, attraversando il primario del trasformatore d'uscita, induce una corrente amplificata del rapporto di trasformazione dello stesso nel secondario.
Otteniamo dunque un segnale in corrente molto ampio che attraversando la bobina mobile dell'altoparlante fa vibrare il cono riproducendo il suono.
Il trasformatore d'uscita ha la funzione di adattare l'impedenza della finale all'impedenza dell'altoparlante; infatti per avere la massima trasmissione della potenza occorre che la resistenza interna del generatore (valvola CBL6) sia uguale alla resistenza del carico (bobina mobile dell' altoparlante).
Nel nostro caso l'impedenza della CBL6 è pari a circa 5.000 Ω e quella dell'altoparlante a 4 Ω; quindi, ricordando che in un trasformatore per bassa frequenza Z1 x i12=Z2 x i22 e quindi Z1/Z2=n2 , dove n è il rapporto di trasformazione pari a i2/i1, per avere un buon adattamento di impedenza sarebbe opportuno utilizzare un trasformatore d'uscita con rapporto di trasformazione pari a circa RADQ(Z1/Z2)2= 35.
Non conoscendo il valore della media frequenza l'ho determinata con l'uso del mio oscillatore modulato ed ottenuto un valore di 455 KHz.
In fase di riparazione non ho dovuto provvedere alla taratura delle medie frequenze.
La valvola EF9/1 provvede all'amplificazione della media frequenza che filtrata dal secondo trasformatore si riprova nei due diodi, uniti, della CBL6.
Fanno parte di questa sezione le bobine d'aereo, quelle di sintonia la valvola ECH3, oscillatrice e mescolatrice, le bobine dell'oscillatore e il condensatore variabile ad aria la cui prima sezione è utilizzata per la sintonizzazione dell'onda desiderata e la seconda nel circuito dell'oscillatore locale.
E' incredibile, ma non è stato necessario nessun intervento di taratura o di allineamento.
Si ha un'ottima ricezione sia delle onde medie che di quelle corte ; non ho avuto il piacere di sentire, distintamente, le onde lunghe.
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