SIARE 62

cu11 -radio a conversione di frequenza (ultradina ?)

fig.1
fig.1

S.I.A.R.E. è l'acronimo di :

Società Italiana Apparecchi Radio Elettrici.

Produceva apparecchi radio riceventi e radiofonografi; era la concessionaria esclusiva per l'Italia per la costruzione e la vendita degli apparecchi Crosley americani.

Creata dopo la prima guerra mondiale fu all'avanguardia in tutta l' Italia e principalmente in Emilia.

Nel 1924 la S.I.A.R.E. si dediò alla costruzione di radio ricevitori  ( ultradine, supereterodine,  ecc.) e di amplificatori microfonici che ottennero gran favore di pubblico.

Nel giugno del 1925 la S.I.A.R.E.  ebbe un'affermazione di risonanza nazionale, con i propri impianti di amplificazione microfonica, con la trasmissione del discorso che il Maresciallo d'Italia Luigi Cadorna, rivolse agli ex combattenti radunatisi a Milano.

Un pubblico immenso, in quell'occasione,  ebbe la possibilità di udire per la prima volta la voce di un oratore proveniente da grandissima distanza.

Verso la fine degli anni venti, poichè le radio americane venivano preferite per il basso prezzo di vendita favorito dall'alta produzione americana e dalle favorevoli condizioni doganali, la SIARE presentò, affianco ai suoi modelli, molti tipi di ricevitori americani che ebbero una grande diffusione; stipulò infatti un accordo con la Crosley Radio Corporation of Cincinnati -USA- al fine di poter costruire in Italia dei nuovissimi apparecchi riceventi, usando i brevetti di famosi circuiti adottati da questa casa.

La radio S.I.A.R.E. 62 (fig.1), della quale in fig.2 è riportato lo schema, è di proprietà di un caro amico e stava per essere rottamata;  non pensava assolutamente che in qualche modo avrebbe potuto "riparlare".

L'ho dissuaso e così ho avuto modo di cimentarmi in questa sfida (farla "parlare") che Lui, viste le condizioni dell'apparecchio, riteneva impossibile (vedi galleria fotografica).

fig.2
fig.2

Troobleshooting e riparazione

Nessuna ricerca guasti, la radio andava completamente rifatta; basta guardare la galleria fotografica per vedere le condizioni in cui si trovava.

Non si trattava dunque  di riparare la radio ma piuttosto di ricostruirla di sana pianta.

E' più semplice elencare ciò che andava piuttosto che ciò che non andava.

La bobina dell'oscillatore, le due medie frequenza, il trasformatore di alimentazione i due condensatori elettrolitici di filtro, le valvole tranne le 58 e la finale potevano essere riutilizzati, il resto o era inservibile o era mancante (vedi galleria fotografica). 

 

sezione a radio frequenza

fig.3
fig.3

La radio ha una sola gamma d'onda (onde medie).

Il segnale sintonizzato dal secondario della bobina T1 e dalla prima sezione del condensatore variabile ad aria  a 3 sezioni, viene amplificato dalla valvola 58 (pentodo radio frequenza) e poi iniettato nella griglia di controllo della 57, che funge da oscillatrice e mescolatrice, attraverso il trasformatore a radio frequenza T2 e la seconda sezione del condensatore variabile ad aria.

Il segnale ad alta frequenza prodotto dall'oscillatore si trova  nella placca della 57 che non è alimentata da alta tensione anodica continua (è un circuito ultradina ?..... .......................) ( fig.3); SI è una ULTRADINA.

Essa, alimentata dalle oscillazioni prodotte dall'oscillatore locale, diviene positiva e negativa a radio frequenza.

Quando è positiva lascia passare gli elettroni il cui moto costituisce la corrente di placca che verrà modulata dai segnali in arrivo dalla griglia di controllo producendo i battimenti rettificati......................non capisco però come funzionala la seconda griglia che invece è alimentata dall'anodica......... mamma mia...si salvi chi può....

In fase di "ricostruzione" avevo disponibili la 57 e la bobina dell'oscillatore locale; il resto era inservibile.

Ho ricostruito le due bobine T1 e T2  ed inserito un condensatore variabile ad aria a tre sezioni che avevo a disposizione; Il resto è stato rinnovato.

Poichè  mancava la schermatura della bobina di sintonia ne ho inventata una; se dovessi trovarne  una   più adatta, magari originale,  la sostituirò.

sezione a frequenza intermedia

fig.4
fig.4

Dalla placca della 57,  attraverso la prima media frequenza (trasformatore radio frequenza  T4 con primario aperiodico), passano i  battimenti rettificati che hanno la frequenza pari alla frequenza intermedia e giungono alla griglia del pentodo 58 (pentodo amplificatore di media frequenza).

Questi, dopo essere stati amplificati, attraverso la seconda media frequenza giungono poi ad uno dei diodi della 2A6 (doppio diodo triodo).

Il circuito (fig.4) è stato ricablato per intero utilizzando  una  58 usata  che avevo a disposizione, i trasformatori di media frequenza e la bobina dell'oscillatore locale.

Gli altri elementi, resistenze e condensatori, sono stati inseriti ex novo.

Anche in questo caso, poichè mi mancava la schermatura di una media frequenza, ne ho inventata una.

rivelazione

fig.5
fig.5

Sinceramente ho capito ben poco del circuito di rivelazione di fig.5.

Non capisco come sia collegato il PU e come funzioni il potenziometro...è un potenziometro?... quello di 5000 Ω?

Cercherò di studiarlo, chiederò in giro e quando avrò scoperto il valore dell'induttanza collegata alla griglia e come il circuito funziona, lo ripristinerò.

Nel frattempo ho fatto  una modifica come mostrato nella fig. 6 .

Fra le valvole ancora funzionanti era presente il doppio diodo triodo che evidentemente era stato montato nella radio al posto del doppio diodo pentodo 2B7.

Ho dovuto modificare quindi, rispetto allo schema originario, anche la parte circuitale relativa alla 2A6 come riportato in rosso nella fig.2.

fig.6
fig.6

Il circuito di rivelazione realizzato è quello tipico  che si incontra nella maggior parte delle radio di quel periodo; parimenti dicasi per la presa FONO.

Il controllo del tono, potenziometro lineare  più  condensatore da 6nF,è stato inserito nella placca della 2A6.

Quando mi è stata consegnata la radio per la "ricostruzione", del circuito di rivelazione avevo a disposizione la sola valvola 2A6.

La radio è dotata di circuito C.A.V. indicato in verde in fig.2.

sezione ad audio frequenza

fig.7
fig.7

Il segnale rivelato poi amplificato dalla sezione triodo della 2A6 viene iniettato tramite il condensatore da 20 nF nella griglia della finale 2A5.

lo schema (fig.7) è tipico delle radio d'epoca, l'altoparlante è elettrodinamico e la bobina di campo serviva come induttanza di filtro nel Pi greco dell'alimentazione.

Quando mi è stata consegnata la radio, purtroppo, la 2A5 aveva il filamento interrotto, la bobina di campo dell'altoparlante  era bruciata e la bobina mobile andata, un vero peccato,..... se riuscissi a ripararlo......

Ho dovuto pertanto sostituire la 2A5 e l'altoparlante con un'altro magneto dinamico da 4Ω.

Per quanto riguarda il trasformatore d'uscita ne ho inserito uno di recupero che potesse adeguatamente adattare la resistenza d'uscita della finale con quella d'ingresso dell'altoparlante.

alimentazione

fig.8
fig.8

Questa è la sezione della radio più integra (fig.8);  avevo infatti a disposizione tutto tranne la bobina di filtro (bobina di campo dell'altoparlante purtroppo inutilizzabile) da me sostituita con una resistenza di 1.000 Ω.

Ho poi sostituito i condensatori elettrolitici da 8 μF con altri due da 47 μF per due motivi; il primo perchè erano oramai troppo vecchi ed avevano un ESR troppo elevato e pertanto non era opportuno rigenerarli, il secondo perchè avevano un valore troppo basso.

Il trasformatore, a cambio di tensione, come consueto negli anni 30/40 del secolo scorso, ha tre secondari :  uno a 170 V, uno  per l'alimentazione del filamento della 80 a 5 V  ed il terzo per l'alimentazione del filamento delle altre valvole a 2,5V.

Chassis e mobiletto

Nella galleria fotografica si possono notare le condizioni della radio prima e dopo la riparazione.

E' stato aggiunto il pannello posteriore ed inserite delle manopole non originali.

Tutte le parti aggiunte alla radio  possono essere comunque  rimosse e sostituite facilmente con quelle originali qualora venissero reperite da qualche parte.

L'importate per me è che la radio funzioni ................e funziona bene .

Osservazioni

Parlando della "RIVELAZIONE" ho detto di non aver ben capito il suo funzionamento e che avrei cercato di trovare  qualcuno disposto ad aiutarmi.

Così ho fatto, finchè Roberto un appassionato di antiche radio , che ha avuto la pazienza di leggere queste mie pagine e che ringrazio tantissimo, mi ha raccontato   con   chiarezza estrema il funzionamento del circuito rappresentato in fig.9, che ora vado a descrivere.

fig.9
fig.9

Il condensatore da 500pf e l'induttanza del valore, non critico,  di qualche mH collegati alla griglia della 2B7 costituiscono un filtro passa basso che ha lo scopo di arrestare l'ingresso di segnali a radiofrequenza sulla stessa.

Il potenziometro (trimmer) a filo da 5.000 Ω serve a regolare la polarizzazione della griglia; le due frecce indicano probabilmente  il varore massimo (5.000 Ω) ed il valore ottimale  (600  Ω).

Se il cursore del potenziometro  è nel punto D (rosso) la griglia avrà una tensione negativa, rispetto al catodo pari a (0 - ( 5.000 Ω x i )) Volt; se il cursore è nel punto C(rosso) la tensione della griglia rispetto al catodo sarà paria a 0 Volt; se il cursore del potenziometro si trova  in una posizione intermedia la tensione della griglia rispetto al catodo sarà pari a  ((Rv x i) - (5.000 x I))Volt dove i è la corrente continua  che circola nel catodo  ed Rv è il valore della resistenza quando il cursore è in un punto intermedio V (rosso).

Il potenziometro rosso è il potenziometro di volume che porta attraverso il condensatore verde il segnale rilevato alla griglia della 2B7 che è collegata al cursore del potenziometro con una resistenza di 250.000 Ω.

Il valore del condensatore di accoppiamento (verde) dipende dalla frequenza di taglio che vogliamo dare.

Con un condensatore di 10nF abbiamo una costante di tempo:

τ =R x C = 250.000Ω x 10nF = 2,5 msec e quindi la frequenza di taglio è pari a:

fc=1/2πτ = 64 Hz; il  valore scelto  di 10nF con   f = 64Hz   salvaguarda sufficientemente le basse frequenze.

Per quanto riguarda il valore del potenziometro di volume si osserva che nello schema originario si legge un valore di 5.000 Ω; si tratta di valore completamente sballato se si considera che è in serie con una resistenza di 0,5MΩ che si "mangerebbe" quasi tutto il segnale, infatti con quei valori a tutto volume porterei alla griglia della 2B7 solo  una bassissima percentuale del segnale rilevato pari a (5.000/(500.000+5.000) = 0,0099 (circa 1%).

Probabilmente i valori delle resistenze nello schema sono stati invertiti; cioè il potenziometro è di 500.000 Ω e la resistenza in serie di 5.000 Ω.

galleria fotografica