tr5- radio a superreazione con Jfet

fig.1
fig.1

Trattasi di un oscillatore di Hartley  costituito dal circuito oscillate L1  + condensatore variabile da 22pF e dal nJFET BF 244 C  (oppure BF256 B)  che produce una oscillazione variabile fra 80 e 150 MHz; il condensatore fisso da 22pF fornisce la reazione necessaria a produrre una oscillazione permanente.

 Nel punto A rosso si forma il segnale dell'oscillatore locale combinato col segnale ricevuto ; contiene pure la differenza dei due.

L'induttanza L2 blocca la componente ad alta frequenza, il condensatore da 4,7 nF si carica con la corrente continua  formatasi per via del raddrizzamento parziale dell'oscillazione da parte della giunzione G-S .

il condensatore si carica fino a portare il JFET all'interdizione; si scarica poi attraverso la resistenza da 10 K con una costante di tempo pari a 47 μs.

Quindi,  per via dell'azione del condensatore da 4,7nF e della resistenza da 10K,   in A avrò un segnale a dente di sega (vedi fig.1) che nella rampa in salita conterrà il segnale a bassa frequenza (segnale differenza)  che verrà poi rivelato (rivelazione a pendenza).

C'è da porre in evidenza che il mescolamento fra segnale ricevuto e segnale oscillante dell'oscillatore locale è reso possibile dal fatto che la tensione continua che si crea nel condensatore da 4,7nF porta il JFET a lavorare in una zona non lineare ( condizione necessaria per ottenere fra gli altri il segnale differenza).

In conclusione osserviamo che ogni 47 μs interrompiamo il JFET appena prima che l'oscillazione si inneschi,  con  una frequenza di spegnimento cioè di oltre 20 Khz; trattasi di una frequenza ultra sonica che non disturba quindi il segnale a bassa frequenza rivelato.

Poichè la frequenza di spegnimento è ottenuta da qualcosa di estraneo al JFET ci troviamo difronte ad una radio a superreazione eterogenerata.

Ottimo apparecchio che però  prima che entri in funzione fa impazzire ...occorre tanta tanta pazienza.