Eccola come è ora (fig.1); guardate nella galleria fotografica in che condizioni si trovava dopo l'acquisto su Ebay.
E' una radio del 1926 a sei valvole (triodi) a modulazione d'ampiezza, ad amplificazione diretta, circuiti accordati e rivelazione a falla di griglia;
L'accoppiamento delle valvole è a trasformatore.
Per vedere lo schema apri il file schema.pdf .
La radio era in pessimo stato, per fortuna le sei valvole erano integre.
Per renderla funzionante ho dovuto riparare i tre trasformatori di radio frequenza, sostituire il primo trasformatore di audio frequenza , sostituire qualche elemento passivo e riparare la bobina dell'altoparlante.
L'alimentazione avviene grazie al battery eliminator da me costruito.
Gli schemi contenuti nel file "schema.pdf" sono un pò diversi da quello di fig.2 della mia radio.
la differenza consiste essenzialmente nell'interrutore e potenziometro di volume come indicato nel dettaglio in fig.3
Il potenziometro regola la tensione dei filamenti e regola il volume.
L'interruttore inoltre ne interrompe l'alimentazione .
La sezione a RF è costituita da tre triodi SX 201 A; l'accoppiamento è a trasformatore .
I segnali a radio frequenza captati dall'antenna vengono iniettati nella griglia della prima valvola (SX 201 A) ; dalla placca i segnali amplificati passano nel primo circuito di sintonia, costituito dal secondario di un trasformatore a RF e da un condensatore variabile ad aria (350 pF), che seleziona il segnale desiderato.
Dopo la sintonizzazione il segnale viene iniettato nella griglia del secondo triodo (SX 201 A) tramite una resistena di 200 Ω dove viene amplificato e poi iniettato nella griglia del terzo triodo, anch'esso un SX 201 A, tramite una resistena di 200 Ω ed un circuito di sintonia del tutto identico al precedente accordato alla medesima frequenza.
Come noto i triodi hanno una certa capacità di qualche pico farad fra la placca e la griglia che, per effetto Miller viene amplificata fino a raggiungere valori di circa 1000 pF; per evitare che per reazione il segnale retroceda attraverso questa capacità dalla placca alla griglia e possa innescare una oscillazione nociva, come palliativo si poneva una resistenza intorno ai 100, 200 Ω con lo scopo di smorzala.
Altri metodi venivano utilizzati per neutralizzare questa capacità nociva (neutrodina) fino all'avvento dei tetrodi (esclusi i bigriglia) ed i pentodi che hanno ridotto, fino quasi ad annullarla, la capacità anodo griglia.
Il terzo triodo provvede ad una ulteriore amplificazione e tramite un circuito di sintonia accordato coi precedenti, dalla sua placca inietta il segnale nella griglia del quarto triodo, attraverso un condensatore di pochi pF ed una resistenza di grande valore, dove avviene la rivelazione di griglia (rivelazione a falla di griglia).
Dopo tre amplificazioni mi sarei aspettato una rivelazione di placca, invece la rivelazione avviene a falla di griglia; viene utilizzato un triodo uguale ai precedenti.
La polarizzazione della griglia è di poco positiva, come è opportuno in una rivelazione di questo tipo, ed è ottenuta grazie alle due resistenze indicate in fig.4 .
Nella fig.4 sono indicati tre circuiti: il circuito di placca dove il filamento funge da catodo che nel caso specifico ha tensione nulla, il circuito del filamento alimentato da una batteria Vf ed il circuito costituito dalla stessa batteria e dalle due resistenze R2 ed R3 .
In quest'ultimo circuito circola una corrente Vf/(R2+R3).
Nel punto A avrò una tensione positiva pari a Vf/(R2+R3) x R3 ; tale tensione è uguale a quella di griglia che è collegata al punto A tramite una resistenza di alto valore.
La griglia avrà pertanto rispetto al punto C, e quindi rispetto al catodo, una tensione positiva di Vf/(R2+R3) x R3.
Nel caso specifico, essendo R2 = 2KΩ , R3= 160 Ω e la tensione della batteria del filamento Vf = 5V, la tensione di polarizzazione della griglia , cioè la differenza di potenziale fra griglia e catodo sarà pari a +0,37V, leggermente positiva come si conviene nel nostro caso.
In alternativa la polarizzazione della griglia può essere posta uguale a zero come si nota nello schema di fig.2.
La sezione ad audio frequenza è costituita da due triodi : il primo, uguale ai precedenti, funge da preamplificatore ed il secondo, un triodo UX112 A, da amplificatore finale di potenza.
L'accoppiamento delle due valvole è a trasformatore; il primo trasformatore, da me sostituito, ha un rapporto 1/4 il secondo, 1/3.
Viene utilizzato un altoparlante a spillo ad alta impedenza.
Si sente ma il suono è debole, ho provato a sostituire l'altoparlante a spillo con uno da 4 ohm con trasformatore d'uscita; c'è un piccolo migloramento ; non sono soddisfatto .
Il primo trasformatore di audio frequenza sostituito non è forse l'ideale, le valvole hanno piu di 80 anni; hanno il diritto di essere un po esaurite? io dico di si ....sono molto esaurite dovrebbero andare da uno psichiatra .....insomma devo fare qualcosa per migliorare la situazione ...e così ho deciso di apportare qualche modifica.
Eccole:
Ho sostituito 5 triodi a riscaldamento diretto, ormai vecchietti ed esauriti, con più moderni triodi "miniature" russi 6S7B a riscaldamento indiretto alimentati a corrente alternata con tensione di 6,3V.
Il triodo finale è stato sotituito con un pentodo di potenza "miniature" russo 6P30B-R ; i due trasformatori di audio frequenza sono stati sostituiti con collegamenti a resistenza e capacità come si nota in figg. 5 e 6 e nelle fotografie della galleria fotografica.
Evidentemente la mia battery eliminator è stata sostituita con un nuovo alimentatore (vedi fig.5) .
Per quanto riguarda le griglie di controllo si è optato per la loro polarizzazione in automatico.
Lo schema non è mutato ma la radio ora canta che è una bellezza; Utilizzo l'altoparlate a spillo ...certo si sente un po di ronzio, ma non dimentichiamo che trattasi di un altoparlate ormai ottantenne.
Se al posto dell'altoprlante a spillo utilizzo un altopasrlante da 4 Ω il suono divente fortissimo e meglio allontanarsi ...daltronde il potenziometro di volume è un pò rudimentale.
La Fenice rinasce dalle proprie ceneri
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