Per quanto abbia cercato non sono riuscito a trovare nessuna notizia su questa radio francese da me acquistata in un mercatino di Cagliari.
L'unica cosa certa è il nome "REWA ST.ETIENNE", scritta che si nota nel frontale della radio.
Dalle caratteristiche della radio si può affermare che è stata costruita alla fine degli anni trenta del secolo scorso.
La radio non era in pessime condizioni, i fili erano integri le valvole tutte presenti e funzionanti, questo è stato il verdetto del mio prova valvole; ocorreva per iniziare sostituire i condensatori elettrolitici di alimentazione che erano risulltati non efficienti nè rigenerabili a seguito delle prove da me eseguite col mio misuratore di ESR.
Per quanto riguarda lo schema riportato in fig.2, non avendo trovato alcuna documentazione relativa alla radio ho dovuto ricostruirlo di sana pianta.
La tensione di rete viene raddrizzata ad onda intera dal doppio diodo 5Y3 GB.
Le placche del diodo sono alimentate dai capi del secondario a 210 Vca del trasformatore di alimentazione.
La presa intermedia di tale secondario è collegata a massa.
Il trasformatore ha altri due secondari , uno a 5 V per l'alimentazione del filamento della 5Y3 ed uno a 6,3 V per l'alimentazione in parallelo di tutte le altre valvole.
La corrente pulsante ad onda intera ottenuta, passa attraverso il filtro a pi greco costituito da due condensatori elettrolitici, uno da 8μF e l'altro da 16, da me sostituiti con due elettrolitici da 47μF, e da una induttanza di filtro che altro non è che la bobina di campo dell'altoparlante elettromagnetico.
All'uscita del filtro ottengo una corrente continua con un ridotto ripple .
Alla riduzione del ripple contribuisce l'alto valore della capacità dei due elettrolitici e la presenza dell'induttanza di filtro.
Il segnale rivelato tramite il potenziometro di volume di 0,5MΩ viene iniettato nella griglia della preamplificatrice di bassa frequenza ( griglia della sezione triodo della 6Q7) (fig.4).
Dopo la preamplificazione il segnale, attraverso un condensatore da 20 nF, viene iniettato nella griglia di controllo della finale polarizzata a -8V in modo che la valvola funzioni in classe A dal gruppo di polarizzazione costituito dalla resistenza di 250Ω e dall'elettrolitico di 100μF .
La variazione del segnale (tensione) in ampiezza determina una variazione della corrente anodica che, attraversando il primario del trasformatore d'uscita, induce, nel secondario dello stesso, una corrente amplificata del rapporto di trasformazione .
Otteniamo dunque un segnale in corrente molto ampio che attraversando la bobina mobile dell'altoparlante fa vibrare il cono riproducendo il suono.
Il trasformatore d'uscita ha la funzione di adattare l'impedenza della finale all'impedenza dell'altoparlante; infatti per avere la massima trasmissione della potenza occorre che la resistenza interna del generatore (valvola 6V6) sia uguale alla resistenza del carico (bobina mobile dell' altoparlante).
Nel nostro caso l'impedenza della 6V6 è pari a circa 10.000 Ω e quella dell'altoparlante a 4 Ω; per cui, ricordando che in un trasformatore per bassa frequenza Z1 x i12=Z2 x i22 e quindi Z1/Z2=n2 , dove n è il rapporto di trasformazione pari a i2/i1, per avere un buon adattamento di impedenza è opportuno utilizzare un trasformatore d'uscita con rapporto di trasformazione pari a circa RADQ(Z1/Z2)2= 50.
L'altoparlante utilizzato è elettrodinamico, possiede pertando una bobina (bobina di campo) che crea il campo magnetico entro cui si muove la bobina mobile; tale bobina è anche utilizzata quale bobina di filtro nella sezione alimentazione.
La media frequenza, amplificata dal pentodo 6k7 e filtrata dal secondo trasformatore di media frequenza, si ritrova nella placca del diodo rivelatore, l'altro diodo viene utilizzato dal circuito CAV.
Il segnale rivelato si trova nel potenziometro di volume dal quale viene prelevato ed iniettato, per la preamplificazione, nella griglia di controllo della sezione triodo della 6Q7.
Il condensatore di 22 nF rende indipendenti i circuiti dei due diodi in modo che la polarizzazione determinata dal gruppo 6kΩ,100μF non influenzi il diodo di rivelazione.
La media frequenza è pari a 455 KHz determinata con una scansione fra i 400 ed i 500 KHz del mio oscillatore modulato, con la sonda posizionata nella griglia di controllo dell'amplificatrice di media frequenza con interposto un condensatore da 1.000 pF.
In parallelo al primario ed al secondario di ciascun trasformatore a media frequenza si trovano 2 condensatori fissi a mica di 200 pF; la regolazione della frequenza avviene grazie a due cilindretti di ferrite il cui movimento determina la variazione dell'induttanza degli avvolgimenti.
Il secondario del primo trasformatore di media frequenza è collegato al CAV.
IL CAV, evidentemente fatto comune nelle supereterodine francesi di quel periodo (fine anni 30 del secolo scorso, vedi in proposito "SONORA"), si ferma al secondario sella seconda media frequenza.
La radio ha tre gamme d'onda, GO, PO, CO, è il modo con cui in Francia venivano chiamate le onde lunghe, medie e corte,ed il FONO (PU).
La gamma GO corrisponde alle onde lunghe e si estende fra i 150 ed i 300 KHz (2.000,1.000 mt); la gamma PO corrisponde alle onde medie e si estende fra i 520 ed i 1.600 KHz (575,185 mt); la gamma CO corrisponde alle onde corte e si estende fra i 5 ed 20 MHz (60,15mt).
Oltre alla posizione PU un commutatore a tre vie e quattro posizioni, seleziona una delle tre gamme d'onda.
La frequenza modulata in ampiezza che si desidera ricevere, sintonizzata dalla rispettiva bobina d'aereo e dal condensatore variabile, viene iniettata nella quarta griglia della 6A8.
L' alta frequenza non modulata prodotta dall'oscillatore locale, in configurazione Reinartz per quanto riguarda le onde corte ed in configurazione Harteley per quanto riguarda le medie e le lunghe , viene invece iniettata nella prima griglia .
Nella placca della 6A8 mi ritrovo la media frequenza
(vedi in proposito il funzionamento della supereterodina descritto nel capitolo "radio cf") .
La riparazione si è limitatata alla sostituzione di alcuni fili malconci, dei condensatori fissi ed al rifacimente di alcune saldature.
La Fenice rinasce dalle proprie ceneri
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