Mi piacerebbe avere una radio come quella che hai nel tuo studio (Mec) mi ha detto Maria Teresa ...e così ho deciso di accontentarla ed è nata "Teresa".
Trattasi, anche in questo caso, di una radio a reazione ad amplificazione diretta con antenna a quadro che utilizza, anche lei, la valvola doppia ECL82 (triodo pentodo).
Lo schema di fig.2 è identico a quello di "Mec".
La sezione a radio frequenza (fig.3) è costituita dall'antenna quadro che funge anche da bobina di sintonizzazione, dal condensatore variabile 40/400 pF , dal condensatore variabile 10/250 pF che serve per dosare la reazione dal gruppo di rivelazione di griglia costituito da una resistenza di 1MΩ e da un condensatore in parallelo di 250 pF e dal condensatore di 1nF che impedisce che l' alta tensione anodica interessi l'antenna nel caso vada in corto il condensatore che regola la reazione.
I due condensatori variabili derivano dalla cannibalizzazione di una vecchia radio a transistor.
La rivelazione è del tipo a "falla di griglia" e ciò è reso possibile dal segnale molto basso che giunge al gruppo di rivelazione.
Sulla placca della sezione triodo troviamo:
In fig.5 è rappresentata la bobina L1 recuperata da vecchi montaggi.
La griglia di controllo del pentodo è polarizzata da una resistenza di catodo da 2200 Ω .
Il condensatore da 25 μF posto in parallelo alla resistenza ha la funzione di stabilizzare la tensione di polarizzazione di griglia e di scaricare a massa la corrente a bassa frequenza che si trova sul catodo; esso ha infatti una reattanza molto bassa per la alternata e non fa passare la corrente continua; in tal modo la tensione di polarizzazione di griglia rimane stabile al valore prefissato.
L'assenza del condensatore di catodo determina una riduzione dell'ampiezza del segnale che entra in griglia (controreazione) ed una riduzione dell'amplificazione.
Il segnale (rivelato) a bassa frequenza si trova sulla griglia di controllo del pentodo che è polarizzata dalla resistenza di catodo in modo che la valvola funzioni in classe A; la variazione del segnale (tensione) in ampiezza determina una variazione della corrente anodica che, attraversando il primario del trasformatore d'uscita, induce una corrente amplificata del rapporto di trasformazione dello stesso nel secondario.
Otteniamo dunque un segnale in corrente molto ampio che attraversando la bobina mobile dell'altoparlante fa vibrare il cono riproducendo il suono.
Il trasformatore d'uscita ha la funzione di adattare l'impedenza della finale all'impedenza dell'altoparlante; infatti per avere la massima trasmissione della potenza occorre che la resistenza interna del generatore (pentodo) sia uguale alla resistenza del carico (bobina mobile dell' altoparlante).
Nel nostro caso l'impedenza del pentodo è pari a circa 4500 Ω e quella dell'altoparlante a 4 Ω; quindi, ricordando che in un trasformatore per bassa frequenza Z1 x i12=Z2 x i22 e quindi Z1/Z2=n2 , dove n è il rapporto di trasformazione pari a i2/i1, per avere un buon adattamento di impedenza sarebbe opportuno utilizzare un trasformatore d'uscita con rapporto di trasformazione pari a circa RADQ(Z1/Z2)= 34.
Nel nostro caso è stato utilizzato un trasformatore con rapporto 220/6; non trattasi di un vero trasformatore d'uscita ma comunque svolge egregiamente la sua funzione.
Per l'alimentazione dell'apparecchio ho utilizzato un toroidale col primario da 220 e due secondari, uno da 6,3 2A per l'alimentazione dei filamenti e l'altro da 130 V 1A per l'anodica.
La corrente alternata da 130 V viene raddrizzata con un ponte di Graetz e livellata da un filtro a π (fig.6).
La tensione continua ottenuta raggiumge il valore di circa 180 V.
Agendo sul condensatore variabile di sintonia e su quello di reazione con un pò di pazienza si riesce a sintonizzare, in modo assolutamente accettabile Rai uno e di notte qualche radio spagnola e nord africana; la voce giunge chiara senza distorsioni e con un discreto volume.
Con alcune tavolette e alcuni listelli di abete,rimasugli che avevo in cantina, ho costruito un mobiletto ed un'antenna come si nota in fig.1.
Mi sono arrangiato coi pochi strumenti che avevo a disposizione.
Per la colorazione del mobile ho utilizzato, dopo aver lisciato la superfice del mobiletto e dell'antenna, un tingente per legno color noce scuro, utilizzando un pennello.
Dopo l' avvenuta l'essicazione, ho dato alcune mani di gommalacca intervallandoli con periodi sufficientemente lunghi per permetterne l'essicazione; fra una mano e l'altra, ad essicazione avvenuta, ho scartavetrato fino ad ottenere una superficie liscia.
Una mano di cera d'api è servita per lucidare la superficie del mobile e dell'antenna.
Lo chassis è costituito da lamierino in ferro zincato sul quale ho fissato tutti gli elementi della radio, come si nota nella documentazione fotografica.
In fig.7 è rappresentata , con indicate le dimensioni, l'antenna quadro utilizzata; è un'antenna quadro a spirale solenoide .
Ho usato un telaio in legno nel quale ho avvolto del filo di rame smaltato del diametro di 1 mm.
La presa per la reazione è posta sulla terza spira, ma può essere posta anche in posizione diversa fra la seconda e la quinta spira ................occorre fare delle prove per trovare la posizione migliore.
Ho ottenuto buoni risultati utilizzando al posto del filo di rame smaltato del semplice filo elettrico .
Per il calcolo dell'induttanza mi son servito delle le formule indicate nella sezione apposita di questo sito.
La Fenice rinasce dalle proprie ceneri
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