Phonola 5512B - 5517A

cu18 -radio a conversione di frequenza (supereterodina)

Nel  1929 a Saronno nacque l' Azienda FIMI S.A. (Fabbrica Italiana Materiali Isolanti) produttrice di materiali isolanti.

Nel 1931 l'azienda, col marchio Phonola,  avviò la produzione di apparecchi radiofonici.

La radio a forma di telefono modello 547 è fra i prodotti più famosi della Phonola.

Il Modello 547 venne progettato dai fratelli Castiglioni e prodotto in molte varianti dal 1939 in poi.

Altri prodotti importanti sono quelli della linea Neosinto e Telesinto.

Nel periodo della seconda guerra mondiale la produzione della Phonola venne interrotta e riprese nel 1945.

Nel dopo guerra la Phonola produsse anche modelli con i marchi Grundig,  Minerva, Siemens.

Nel 1969 la società ed il marchio Phonola venne rilevata dalla Philips.

Negli anni novanta il marchio Phonola fu acquistato dalla Seleco, e nel 1998, insieme ad altri marchi (compresa la Seleco) passò al gruppo Formenti.

Nel 2006 la proprietà del marchio passò alla società Super-Fluo.

Nel 2009 il marchio viene ceduto assieme a quelli Seleco, e Imperial a una nuova società denominata Selec Technology dell'imprenditore udinese Kelen Calligaro.

Il modello 5512/A è enorme, è dotato di giradischi ed è stato prodotto nei primi anni 50 (1953?); mi è stato affidato da un amico, Francesco Sias, che ebbe   in dono la radio dalla zia Luigia, perchè lo riparassi.

TROOBLESHOOTING E RIPARAZIONE

La prima cosa che faccio quando mi capita fra le mani una radio piuttosto datata è quella di controllare lo stato dei condensatori di filtro dell’alimentazione utilizzando il mio ESR.

In questo caso i condensatori di filtro, 2 da 16 micro F 600 V, in parallelo prima della resistenza da 4KΩ del filtro a Π, ed uno da 16 micro F 600 V dopo tale resistenza, risultavano non più utilizzabili e così sono stati sostituiti, i primi due, da due condensatori in serie da 68 micro F da 450 V ciascuno, ed il terzo, da 2 condensatori in serie da 47 micro F 450V (fig1).

In condensatori sono stati messi in serie per dimezzare la tensione su ciascuno di essi.

Controllo poi lo stato del condensatore di collegamento della placca del preamplificatore alla griglia della finale e nel caso sia in perdita lo sostituisco.

Fatte queste operazioni preliminari accendo la radio .

fig.1
fig.1

Speravo che dopo queste operazioni, viste le sue buone condizioni generali, la radio avrebbe funzionato.

Speranza vana, la radio riusciva a sintonizzare solo Rai 1   che si sentiva però molto flebile;  le altre emittenti  delle onde medie e delle altre lunghezze d'onda  non emettevano alcun suono.

fig.2
fig.2

 Che fare? di solito, prima di iniziare una ricerca sistematica dell'origine del difetto, operazione di solito lunga e laboriosa, vado a controllare gli elementi circuitali che mostrano qualche anolamia come riscaldamento eccessivo, o  che, toccandoli, provocano qualche ronzio, o circuiti che mostrano qualche macroscopica  diversità rispetto a quelli soliti che si incontrano nelle radio antiche.

In questo caso la mia attenzione si è soffermata su due elementi insoliti, rettangolari a 5 piedini che rappresentavano l'integrazione di 4 elementi passivi ciascuno, siamo ai primordi dell'integrazione, indicati in arancione ed in azzurro nella fig.1, per identificare  i quali, ci è voluto un pò di tempo e pazienza.

fig.3
fig.3

Uno dei due circuiti, quello indicato in fig.2, conteneva tutti gli elementi del CAV, che come sappiamo è un circuito abbastanza delicato.

Ho subito pensato e sperato che fosse questo la sede del guasto e quindi l'ho dissaldato.

Il secondo circuito "integrato" contiene  invece gli elementi passivi, indicati in azzurro in fig.1, che fanno parte del circuito di accoppiamento fra la preamplificatrice e la finale.

Dopo aver dunque dissaldato l' "integrato" di fig.2 ho eseguito le misurazioni delle resistene e delle capacità in esso contenute e mi sono accorto, con grande gioia, che i valori erano tutti sballati e che il condensatore da 25pF era in corto.

Non c'era che da sostituire l ' "integrato" coi suoi elemeti costitutivi e sperare nel meglio.

Così ho fatto e la radio, come per incanto, ha ripreso a funzionare; ricevo benissimo in tutte le lunghezze d'onda.

L'origine della disfunzione risiedeva proprio nel CAV.

Questa volta sono stato fortunato ho trovato la causa del cattivo funzionamento a primo acchito.

la radio ha una presa d'antenna; se in tale presa non viene inserita l'antenna entra in funzione un tappo luce incorporato costituito da un condensatore da 2nF (vedi fig.1).

In questo caso si sente un certo ronzio che varia nell'arco della giornata a seconda dei carichi collegati all'impianto elettrico.

per eliminare il ronzio è bene collegare sempre l'antenna e la terra.

La radio non ha avuto bisogno di alcun operazione di taratura o allineamento.

galleria fotografica