Prendiamo in considerazione un transistore npn schematizzato in fig.1.
polarizziamo la giunzione base-emettitore direttamente (V>0) e quella base collettore inversamente (V<0).
la barriera di potenziale intrinseca (Φbi) si abbasserà in prossimità della giunzione Base-emettitore e si solleverà in prossimità di quella base-collettore
come si nota in fig.1.
Gli elettroni dell'emettitore (maggioritari), trovando una debole barriera verso la base diffonderanno in base, ma poiché questa è corta pochi ricombineranno ed attraverseranno la giunzione base collettore attirati dal fatto che il collettore è positivo.
Si avrà dunque una forte corrente di elettroni che dall'emettitore vanno al collettore.
La lacune maggioritarie che si trovano nella base troveranno anch'esse una bassa barriera di potenziale verso l'emettitore (vedi fig.1) e diffonderanno in esso fino a ricombinarsi.
Ho quindi una corrente di lacune che dalla base vanno verso l'emettitore.
Questa corrente è minore della precedente.
esistono altre due flussi di cariche molto più piccole delle precedenti e sono:
Questi due flussi formano la corrente di saturazione Is piccolissima che dalla base va verso il collettore.
in fig.1a è rappresentato ciò che succede ad un transistor npn (analogo è il comportamento di un pnp); Abbiamo :
La corrente derivante dai flussi 4 e 5 costituisce la corrente di saturazione inversa ed è piccolissima.
La corrente risultante dei flussi 1, 2, 4, e 5 ha la direzione del campo, cioè dal collettore all'emettitore; c'è poi la piccola corrente di elettroni che dall'emettitore passa nella base.
Il transistor rappresentato in fig.1 non si comporta cioè come l'unione di due diodi uno polarizzato direttamente e l'altro inversamente, come a prima vista sembrerebbe.
Non è quindi valida la schematizzazione di fig.1b.
Bisogna allora trovare una schematizzazione che tenga conto della corrente di elettroni che dall'emettitore va al collettore .
EBERS e MOLL hanno teorizzato questa schematizzazione.
EBERS e MOLL hanno teorizzato un modello di transistor che tenga conto anche della corrente che dall'emettitore va verso il collettore.
(prendiamo in considerazione un transistore npn, il ragionamento per il pnp è identico)
Hanno fatto questo ragionamento:
Hanno considerato il transistore costituito da un diodo BASE-EMETTITORE polarizzato direttamente e percorso dalla corrente IED e per tener conto del flusso di elettroni che dall'emettitore passano alla base e poi vanno verso il collettore , flusso dovuto al fatto che la base è corta e quindi in essa non tutti gli elettroni possono ricombinarsi e quindi diffondono, attirati dal campo, nel collettore , hanno supposto l'esistenza di un generatore di corrente controllato da corrente che fa fluire appunto gli elettroni verso il collettore generando la corrente αf IED (vedi fig.2).
C'è poi il diodo BASE-COLLETTORE che se supposto polarizzato direttamente è percorso dalla corrente ICD . Anche in questo caso , per analogia , ci sarà un generatore di corrente controllato da corrente che determinerà un flusso di elettroni diretto verso l'emettitore che genererà una corrente αr ICD.
αr e αf sono maggiori di zero e variano fra zero ed uno, cioè :
0 >αf< 1 e 0 > αr< 1
Considerando la fig.2. possiamo scrivere:
IE = -IED + αr ICD
IC = -ICD + αf IED
IB + IE + IC = 0
Sappiamo che:
IED= IES (e (VBE/VT) - 1)
ICD= ICS (e (VBC/VT) - 1)
Nella formula compare anche il fattore di idealità η che moltiplica VT (vedi diodo reale)
che nel caso dei transistori si pone uguale ad 1.
Quello di fig. 2 è il modello di EBERS e MOLL; riscriviamo la sua equazione:
IE = -IED + αr ICD
IC = -ICD + αf IED
IB + IE + IC = 0
Trattasi di un modello con 4 parametri di cui tre sono indipendenti.
I parametri sono IES , ICS , αf , αr
IES ed ICS sono molto piccole , αf ha un valore che si aggira intorno a 0,99 0,996;
αr ha un valore che si aggira intorno a 0,4 0,6 .
Per capire il significato dei parametri αf e αr mettiamo in corto la Base ed il collettore
e determiniamo αf poi mettiamo in corto la base e l'emettitore e l'emettitore e determiniamo αr.
Mettiamo in corto la base col collettore, poniamo cioè
VBC= 0 da cui ICD = 0
Risulterà:
IC = αf IED = - αf IE ; si ottiene :
αf = | IC / IE|VBC=0
αf è il guadagno di corrente diretto di corto circuito; in inglese "Forword short circuit current gain " .
Mettiamo in corto la base coll'emettitore poniamo cioè VBE= 0 da cui IED = 0
Risulterà:
IE = αr ICD = - αr IC ; si ottiene :
αr = | IE / IC|VBE=0
αr è il guadagno di corrente inverso di corto circuito; in inglese "Reverse short circuit current gain " .
Supponiamo ora di trovarci in zona attiva diretta cioè:
VBE > 0 ; VBC < 0
Osserviamo intanto che se VBC < 0 ICD = - ICS
Prendendo in considerazione il modello di fig.2 possiamo scrivere:
IE = - IED + αr ICD = -IED- αr ICS
IC = αf IED - ICD = αf IED + ICS = αf (-IE-αr ICS) + ICS =
= αf IB + αf IC + ICS(1-αf αr);
IC = (αf /1- αf ) IB + IC0/(1- αf) dove IC0 = ICS(1-αf αr);
(αf /1- αf ) = βf è il guadagno di corrente diretto in configurazione ad emettitore comune.
IC diventa allora:
IC = βf IB + ( βf +1 ) IC0
Questa espressione vale in zona attiva diretta e può essere approssimata con la formula :
IC = βf IB
poiché IC0 è molto piccola..
Questa altro non è che relazione di un generatore di corrente controllato da corrente.
Supponiamo ora di trovarci in zona attiva inversa cioè:
VBE < 0 ; VBC > 0
Osserviamo intanto che se VBE < 0 IED = - IES
Prendendo in considerazione il modello di fig.2 possiamo scrivere:
IC = - ICD + αr IED = -ICD- αr IES
IE = αr ICD - IED = αr ICD + IES =
= αr (-IC-αf IES) + IES = αr IB + αf IE + IES(1-αf αr);
IE = (αr /1- αr ) IB + IE0/(1- αr) dove IE0 = IES(1-αf αr);
(αr /1- αr ) = βr è il guadagno di corrente inverso in configurazione a collettore comune.
IE diventa allora:
IE = βr IB + ( βr+1 ) IE0
Questa espressione vale in zona attiva inversa e può essere approssimata con la formula :
IE = βr IB
poiché IE0 è molto piccola..
Questa altro non è che relazione di un generatore di corrente controllato da corrente.
La base è satura di elettroni; La corrente passa senza problemi è come se ci trovassimo difronte ad un interruttore chiuso.
Questa configurazione è usata nella elettronica digitale.
Scambiando di posto collettore ed emettitore ci troviamo nella zona di saturazione inversa simile alla diretta.
Il transistore è come un interruttore aperto , non passa corrente.
In fig.3 sono riportate le regioni di lavoro del transistore NPN. , gli stessi ragionamenti possono essere fatti per i trensistori PNP
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