Consideriamo la caratteristica di una valvola amplificatrice; se la pendenza è costante qualunque sia la polarizzazione (entro certi limiti) l'amplificazione rimane costante (vedi fig.1 B).
Se invece la valvola è una varimu, cioè è a pendenza variabile, avviene che se faccio diventare la polarizzazione più negativa l'amplificazione diminuisce se la faccio diventare meno negativa l'amplificazione aumenta (vedi fig.1 A).
Basandoci su questo principio posso trovare il modo di rendere entro certi limiti l'ampiezza del segnale in uscita costante agendo in questo modo:
Quando l'ampiezza del segnale in ingresso diminuisce faccio in modo che la polarizzazione della griglia diventi meno negativa e quindi l'amplificazione aumenta;
Quando il segnale in ingresso aumenta faccio in modo che la polarizzazione della griglia diventi più negativa e quindi l'amplificazione diminuisce.
Questo risultato può ottenersi iniettando nella griglia delle valvole interessate una tensione continua proporzionale al segnale in ingresso come mostrato schematicamente in fig.2.
Dal rivelatore si ricava una tensione continua negativa il cui valore è proporzionale all'intensità del segnale (frecce rosse di fig. 2); tale tensione viene utilizzata per regolare la sensibilità dei circuiti amplificatori a radio frequenza (alta e media frequenza).
Il modo di ottenere praticamente tale tensione è mostrato nelle fig.3 A,B,C.
Nel metodo rappresentato nella fig.3A la tensione continua è parte della tensione rivelata e viene prelevata da una resistenza R2 di 1,5 MΩ; tale tensione negativa ( la corrente a bassa tensione rivelata passa dalla massa al punto A e determina una caduta di tensione di qualche volt; il punto A avrà pertanto una tensione negativa rispetto a massa) viene poi livellata da un filtro passa basso di opportuna costante di tempo costituito dalla resistenza R1 e dal condensatore C4.
Questo metodo presenta l'inconveniente dovuto al fatto che la riduzione del livello sonoro si ha ogni qualvolta si abbia un aumento di segnale anche se il segnale che riceve l'aumento è debolissimo.
Sarebbe bene allora che il circuito C.A.V. entrasse in funzione solo al superamento di una determinata tensione di soglia.
Ciò è possibile ed è ciò che si verifica nei circuiti illustrati in fig.3 B e fig.3C
La differenza fra i due sistemi sta nel fatto che in uno il segnale in ingresso alla placca del diodo del C.A.V. viene prelevato dal primario della seconda media frequenza e nell'altro dal secondario.
Vi sono considerazioni a favore e contro queste due soluzioni e pertanto vengono entrambe utilizzate di frequente.
La tensione di soglia di pochi volt viene ottenuta grazie alla polarizzazione negativa della placca del diodo C.A.V che è collegata a terra tramite la resistenza R1; la polarizzazione è resa possibile dalla resistenza di catodo.
Quando il segnale giunge nella placca del diodo C.A.V. passa l'onda positiva solo se è tanto ampia da rendere la placca (polarizzata negativamente) positiva ; solo in questo caso entra il funzione il circuito del C.A.V..
Se infatti l'onda positiva del segnale non riesce a rendere positiva la placca del C.A.V. non passa alcuna corrente e il circuito C.A.V. rimane inattivo.
In conclusione, quando il diodo C.A.V. è attraversato da corrente questa determina una caduta di tensione ai capi della resistenza R2 ed il punto A assume un potenziale negativo.
Il C.A.V. ha origine in quel punto ; la tensione viene prelevata dalla resistenza R1 e livellata dal condensatore C5; tale filtro deve avere una opportuna costante di tempo.
C'è da osservare che per evitare che la polarizzazione del diodo C.A.V. interessi anche il diodo rivelatore della bassa frequenza è necessaria la presenza del condensatore C1 di opportuna capacità ( 10 .... 5 nF) allo scopo di rendere indipendenti i potenziali di riposo della placca del C.A.V. e della placca del diodo rivelatore della bassa frequenza.
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